Il mio racconto, dal cuore
«Il mio corpo si muoveva come al rallentatore.» Lo ripetevo ogni volta che affrontavo i tre piani di scale del nostro condominio a Modena. Dopo i 50 anni la microcircolazione aveva iniziato a rallentare proprio dove serviva di più: ginocchia, anche, schiena.
Il sabato al mercato era mio marito a girare tra le bancarelle del centro; io restavo a casa con la lista. Anche solo allacciare le scarpe o stringere il corrimano delle scale mi ricordava che qualcosa si era inceppato nella routine.
Abbiamo provato di tutto: impacchi, tisane, piscina, consigli delle amiche. Sollievo breve, poi il fastidio tornava quando calava la temperatura. Nel mio diario annotavo tutto e mi chiedevo come sostenere le cellule locali se la microcircolazione resta lenta.
Una fisioterapista del quartiere ci ha parlato dei laboratori svizzeri Geberich: «Non solo crema, ma una routine semplice da ripetere». Ho scritto senza aspettarmi risposta; pochi giorni dopo è arrivata una mail da Lugano.

Il protocollo proponeva Artroflex — una crema termica concentrata — abbinata a micro‑isometrie da due minuti. Massaggiare dal basso verso l’alto finché la pelle resta tiepida, respirare, poi mantenere piccole posizioni guidate per ginocchia, anche e zona lombare.
Quando è arrivato il pacco con il PDF ufficiale, ho respirato di sollievo. Nel booklet c’erano anche esercizi per spalle, collo e diverse aree della colonna; noi abbiamo seguito soprattutto ginocchio, anca e zona lombare. Abbiamo iniziato con semplicità: crema al mattino, isometria quando capitava. In poco tempo è diventata un’abitudine: non servono orari fissi, bastano due minuti liberi.
A volte la facciamo prima di uscire, per preparare le articolazioni alla giornata; altre volte la sera, come piccolo gesto di cura. Artroflex sostiene il calore, e i micro‑movimenti lo trasformano in un’energia gentile.
Le prime settimane hanno portato micro‑vittorie: meno rigidità scendendo dal letto, più sicurezza al corrimano. Alla terza settimana siamo tornati alla nostra passeggiata del sabato in centro, e le scale di casa non facevano più paura.
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